Foto di Christian Schiefer raffigiurante dei soldati italiani mentre attraversano il confine all'altezza del torrente Gaggiolo, siamo nei giorni successivi l'armistizio dell'8 settembre 1943

Il confine nazionale è spesso legato al contrabbando. Le differenti tasse applicate da due paesi confinanti alle merci determinano un vantaggio all’acquisto e all’esportazione illegale delle stesse merci. Il contrabbando è iniziato con l’occupazione Elvetica dei baliaggi italiani, addirittura fra i baliaggi medesimi. Con l’unità d’Italia e l’aumento delle tasse sui prodotti il contrabbando si intensificò. Alla fine del 1800 su proposta di un giovane ufficiale della Guardia di Finanza di Como, Luca Bongiovanni, la Guardia di Finanza italiana fece così costruire una barriera costituita da una rete metallica alta oltre 3 metri, provvista di cancelli, rete che in alcuni tratti si vede ancora oggi. Durante la seconda guerra mondiale si contrabbandavano dall’Italia verso la Svizzera: il riso, la farina di mais, la farina di frumento, la pasta e il burro; in senso contrario si esportavano: il tabacco, le sigarette e il sale. Il contrabbando delle sigarette arrivò al suo apice negli anni sessanta. Lo si faceva confezionando bricolle avvolte in sacchi di iuta che contenevano decine stecche di pacchetti di sigarette. Al calar del sole colonne di spalloni in silenzio contrabbandavano le loro merci dai villaggi svizzeri a quelli italiani. Verso la svizzera negli anni settanta-ottanta del secolo scorso vi fu un contrabbando all’esportazione dall’Italia di valuta (libera per la Svizzera) che cessò dopo che anche la Svizzera collaborò alla lotta alla criminalità transfrontiere. Ora si contrabbanda soprattutto droga. Le vie della salvezza ora vie dei migranti. Il confine svizzero divenne anche per molte persone una via di salvezza negli anni di occupazione nazifascista dell’Italia (1943-45). Furono centinaia i rifugiati politici e gli ebrei che riuscirono a porsi in salvo passando attraverso la rete di confine, spesso aiutati da volenterosi, ma anche da approfittatori che si facevano pagare profumatamente. In tempi attuali il transito sud nord di migranti provenienti dal Nord Africa e dai Balcani, mette spesso sotto pressione i valichi e le nostre frontiere, in particolare quelle del Mendrisiotto. La Svizzera che fa parte del trattato di Schengen opera pure nel contesto Frontex.