Cippo posato nel 1921 nei boschi visto dal lato svizzero

Dopo la fine della Grande Guerra, la Commissione mista incaricata della sistemazione del confine italo-svizzero, si chinò sulle tante anomalie che ponevano seri problemi di identificazione del tracciato del confine nazionale fra Canton Ticino e Regno d’Italia. In particolare i delegati svizzeri dott. Graffina e ing. Simonett con quelli italiani Col. Adami e ing. Coppellotti, provvidero laddove vi erano lacune dovute ai cambiamenti per le nuove strade e per l’urbanizzazione in continua crescita, a proporre e poi a decidere la posa di ulteriori cippi fra quelli posati a seguito del Trattato di Varese del 1752. Fu un lavoro immane che permise di migliorare decisamente la linea di quel confine con Termini intermedi con il numero di base del trattato di Varese accompagnato dall’aggiunta di lettere alfabetiche, posati nel 1921 e 1922 e pure in anni successivi. L’allargamento delle strade ai valichi, provocò la sostituzione di molti cippi in granito con targhe di ottone.